mercoledì 11 marzo 2015

La capoeira

Bella raga!

Oggi voglio parlarvi della capoeira.
Pur essendo uno sport che non conosco, vorrei capire di più insieme a voi la storia di questa disciplina!

La capoeira è un'arte marziale brasiliana di antiche origini africane.
Nei primi anni del 1600 si iniziò a praticare quest’antichissima forma di lotta che prevede l’uso di calci, pugni e testate.
A partire dal 1800 la lotta Capoeira fu vietata ai popoli africani insieme ad altre forme culturali e di aggregazione in quanto con la fine della schiavitù, fu associata alle forme più comuni di delinquenza di strada.
Nel 1974, la Capoeira fu riconosciuta ufficialmente come sport nazionale brasiliano e ben presto iniziò a diffondersi anche in altri paesi. In Italia, la comparsa di questo sport risale a qualche anno prima, cioè al 1957, quando Mestre (maestro) Canea aprì la prima scuola Capoeira a Roma.
Da allora il suo sviluppo è stato inarrestabile e nel tempo, la pratica si è evoluta e sviluppata in diversi stili.
La particolarità della Capoeira è che nella maggior parte dei casi non c’è contatto fisico tra i due lottatori-danzatori. I movimenti sono sincronizzati ed acrobatici e richiedono per questo grande agilità, forza fisica e coordinazione.
La Capoeira Regional si è sviluppata a partire dal 1930. Gli allievi ammessi presso la struttura dovevano soddisfare dei requisiti ben precisi: avevano libero accesso i lavoratori neri e di bassa estrazione sociale e gli studenti prevalentemente bianchi.
La Capoeira Angola non prevedeva nessun tipo di graduazione per riconoscere i diversi livelli di abilità degli allievi. L’unica distinzione veniva fatta per il Mestre. Nell’accademia Regional, al contrario, ogni allievo aveva un fazzoletto di colore diverso che identificava l’abilità e l’esperienza nella lotta. Oggi, in diversi centri dove si insegna lo stile Regional si utilizza il cordel o cordao, una corda di colore diverso a seconda del grado di abilità dell’allievo, l’equivalente della cintura colorata usata nel karate o in altre arti marziali. I colori però differiscono da scuola a scuola e per questo è pressoché impossibile giudicare un praticante solo in base al colore della corda utilizzata. L’assegnazione del cordao avviene durante una cerimonia di iniziazione chiamata batizado (battesimo). La lotta o confronto (jogo) si svolge solitamente in un cerchio di persone (roda) che si stringono attorno ai due lottatori. Il ritmo è scandito a suon di samba attraverso l’uso di percussioni e berimbau.
Oggi, la Capoeira rappresenta un eccezionale mezzo di difesa e di attacco che permette di mantenersi in ottima forma fisica grazie al gran lavoro muscolare e articolare compiuto durante i movimenti. Tutte le sequenze risultano altamente spettacolari ed efficaci sotto il profilo della flessibilità e della coordinazione muscolo-scheletrica. La cosa che colpisce maggiormente quando si assiste ad una esibizione di lotta Capoeira è la rapidità e la potenza con la quale i lottatori riescono a sferrare colpi attraverso le gambe: i calci sono talmente rapidi che le gambe sembrano quasi separarsi dal corpo. Oltre alle gambe, viene comunque utilizzato tutto il corpo attraverso pugni ed addirittura testate.
È per questo che la Capoeira è un ottimo mezzo per allenare praticamente tutto il corpo in tutte le sue componenti: forza, elasticità, equilibrio, coordinazione e potenza.
Durante le sequenze di lotta è fondamentale mantenere un continuo controllo del baricentro per tenere un buon equilibrio generale del corpo. Questo si ottiene essenzialmente tenendo continuamente in tensione i muscoli di glutei, addome, fianchi e bassa schiena.

Vediamo insieme come si svolge un incontro di Capoeira

Il gruppo di persone si riunisce in cerchio a formare la roda. Il gruppo musicale inizia ad esibirsi dopo che il berimbau solista fornisce la battuta iniziale. A questo punto il cantante solista inizia a cantare seguito, subito dopo, dagli altri membri del gruppo che gli rispondono in coro. Una volta avviato il ritmo musicale, i capoeiristi fanno il loro ingresso presentandosi davanti al gruppo musicale in accosciata. Dopo alcuni minuti di rispettosa quiete, il berimbau solista segna l’inizio del jogo. A questo punto, i lottatori si baciano in segno di rispetto ed iniziano la lotta, prima in maniera dolce e successivamente in maniera più vigorosa, il tutto sotto lo stretto controllo ritmico del berimbau. Durante il jogo, un eventuale arresto del ritmo si traduce in un cambio di giocatori.

Allora voi che ne pensate? Personalmente la ritengo una disciplina molto interessante!

Alla prossima

Marco

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