venerdì 16 gennaio 2015

Fashion History... la moda anni '30

Gli anni '30
C'eravamo lasciati agli anni '20. Oggi continueremo il nostro tour storico nella moda alla scoperta del decennio successivo...GLI ANNI '30!

Alla fine degli anni ’20 l’Europa e il mondo sembravano avviati a superare le ferite del primo conflitto mondiale. L’economia dell’occidente aveva ripreso a svilupparsi con discreta regolarità. In questo quadro di apparente stabilità e di diffusa prosperità si abbatté una crisi economica tanto imprevista quanto catastrofica. Scoppiata negli Stati Uniti nell’autunno del 1929 e prolungatasi per buona parte degli anni ’30, la “grande crisi”, fece sentire i suoi effetti anche sulla politica, sulla cultura, sulle strutture sociali e sulle istituzioni.
Nei paesi europei si verificò proprio durante la grande crisi uno sviluppo di quei consumi di massa che si erano affermati in Usa negli anni ’20. Nel corso degli anni ’30, la popolazione delle città non smise mai di accrescersi a scapito di quella delle campagne. Anzi, il processo di urbanizzazione si accelerò ulteriormente a causa della grave crisi in cui versava il settore agricolo. Crescita delle città significava sviluppo del settore edilizio. Lo sviluppo edilizio ebbe a sua volta conseguenze notevoli non solo sull’economia, ma anche sulla qualità della vita delle masse urbane. Le case di nuova costruzione erano di solito fornite di acqua corrente e di elettricità; inoltre, resero necessario uno sviluppo dei trasporti pubblici e della stessa motorizzazione privata.

Alcune industrie produttrici di beni di consumo durevoli risultarono dunque avvantaggiate dal boom edilizio e, contribuirono a stimolarlo. La produzione di veicoli a motore, fece registrare consistenti progressi, anche se restò lontana dai livelli statunitensi. Nel vecchio continente l’automobile rimase, per tutti gli anni ’30, un bene riservato a pochi. Ma intanto cominciavano a comparire anche in Europa le prime vetture “popolari”. Un discorso analogo si può fare per la produzione degli elettrodomestici. 


I più costosi, come frigoriferi e scaldabagni, continuarono a essere considerati beni di lusso, ma il loro uso si andò ugualmente estendendo. Più ampia, ebbero altri apparecchi domestici, come il ferro da stiro, la cucina a gas e la radio. Lo sviluppo della radiofonia fu rapidissimo, le vendite di apparecchi radio registrarono un boom spettacolare. La radio divenne presto un fondamentale mezzo di svago, anche come mezzo di informazione la radio non temeva confronti. Gli anni di trionfo della radio videro anche l’affermazione di un’altra forma di comunicazione di massa tipica del nostro tempo: il cinema. Verso la fine degli anni ’20 con l’invenzione del sonoro, il cinema divenne uno spettacolo “completo”. Col boom del cinema nacque il fenomeno del “divinismo” di massa, ossia quel particolare rapporto di attrazione, che lega il grande pubblico agli attori più popolari.

Nel campo della moda gli anni '30 fanno trionfare la famminilità: il punto vita torna protagonista. Se lo stile anni ’20 rispondeva con determinazione alle devastazioni portate dalla prima guerra mondiale, gli anni ’30 sono stati un periodo di ricostruzione dopo la grande depressione del ’29, che dall’America all’Europa riportò “di moda” uno stile più sobrio e per certi versi meno eccentrico rispetto a quello che precedeva.
Messi da parte abiti a trapezio, piume e frange, lo stile anni ’30 privilegia nel campo degli abiti novità altrettanto interessanti. La lunghezza delle gonne aumenta superando il ginocchio, le forme si fanno meno fascianti e aderenti, ma si affaccia nel settore fashion una novità molto intrigante: quella degli abiti con schiena scoperta.


Le dive di quegli anni negli scatti dell’epoca e le donne immortalate sui cartelloni pubblicitari ci offrono molti esempi di quello stile, e a completare questi look ecco spuntare sempre più spesso i colli di pelliccia! 



Li troviamo applicati sia agli abiti più sofisticati che ai cappotti, cappotti che mettono in evidenza il punto vita stringendosi sopra i fianchi attraverso l’applicazione di cinture o con elastici e arricciature, elementi ripresi in tempi più recenti da maison come Giorgio Armani. Madeleine Vionnet propose un nuovo modo di tagliare la stoffa, ovvero nel senso della cucitura.
La particolarità stava nel fatto che il taglio del tessuto conferiva grande elasticità all'abito in un epoca in cui non era ancora stata inventata la lycra (tessuto elastico). Seno, vita e fianchi vennero rivalutati dato che la stoffa vi aderiva. 
Per quanto riguarda il make up in quest'epoca la fotografia a colori è un mezzo potentissimo perché riesce a far appassionare ancora di più le donne al trucco e le invoglierà a riprodurre i look visti. I prodotti di cosmesi si fanno molto più reperibili e a Londra la Max Factor apre il suo primo salone di bellezza. 

Che ne pensate di questa moda? Credete che possa "ritornare" in certi aspetti?
Ci vediamo al prossimo decennio!
Arianna!


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